Buona domenica!
Oggi ho deciso di parlarvi di un libro che ho terminato da poco e che secondo me merita di essere conosciuto maggiormente. Sto parlando di “Aprile spezzato” di Ismail Kadare, uno dei maggiori scrittori albanesi, edito La nave di Teseo. Traduzione a cura di Liljana Cuka Maksuti.

Sinossi
Gjorg vive nel nord dell’Albania, tra montagne e villaggi fermi nel tempo. Quando il fratello viene ucciso da un vicino di casa, la vita del giovane muta radicalmente: secondo l’antico codice del Kanun, Gjorg dovrà uccidere il colpevole dell’omicidio di suo fratello e accettare di essere poi, di lì a un mese, assassinato a sua volta da chi vorrà vendicarsi di lui. I trenta giorni che Gjorg ha davanti, fino alla metà di aprile, potrebbero essere gli ultimi della sua vita, così decide di fuggire per cercare di viverli il più pienamente possibile. Nel frattempo una giovane coppia è partita da Tirana in viaggio di nozze: Besun e Diana vogliono raggiungere gli altopiani settentrionali per studiare le tradizioni e le leggi rimaste intatte dal Medioevo, a dispetto della modernizzazione. Lungo il loro percorso incrociano il cammino del fuggitivo; la sposa, al primo sguardo, si innamora di Gjorg, mutando per sempre il destino dei tre protagonisti.
Pagine 222| Prezzo copertina flessibile € 19,00|Prezzo ebook € 9,99
La mia opinione
In questo romanzo possiamo trovare una delle tradizioni più antiche delle montagne nord albanesi.
L’Albania è una terra molto legata alle tradizioni. La conosco un pochino avendo il marito albanese quindi ve lo posso dire per certo. Ma una tradizione (o per meglio dire legge) molto antica e davvero poco conosciuta è quella del Kanun. Una legge che segna la vita di intere famiglie sotto il peso del debito di sangue. Una vendetta continua che si protrae negli anni, di generazione in generazione.
Tu uccidi uno della mia famiglia, io ho il diritto di uccidere uno della tua e poi tu nuovamente uno della mia e così via. Ma non è tutto così semplice la legge del Kanun ha tante, tantissime, regole che cambiano completamente la vita delle persone che ne sono toccate e tutto questo lo si può trovare in questo romanzo quasi epico oserei definire. Seppur di poche pagine (poco più di 220) riesce a raccontare un’antica tradizione delle montagne nord albanesi.
Regole e tradizioni che si vanno a mischiare alla vita di un ragazzo segnato dal kanun e da una coppia di novelli sposi… Una storia dura, crudele, difficile da digerire. Una storia dalle atmosfere cupe e lugubri che però mettono una continua curiosità nel lettore. La morte in tutte le sue forme, questo ci racconta questo romanzo.
Una scrittura diretta e scorrevole che coinvolge pur rimanendo spesso fredda e composta. Un libro che consiglio a chi vuole conoscere un popolo molto particolare e spigoloso come quello degli albanesi. Una storia interessante e ricca di storia e di significato.